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Oggi vorrei parlarvi del parco della Grigna settentrionale dal punto di vista geologico.

Il bellissimo scenario naturale che oggi il massiccio delle Grigne ci offre ha origini remote, collocabili nel Trias medio : dalle antiche piattaforme carbonatiche marine si è formata questa splendida roccia calcarea – calcareo dolomitica , di grande bellezza e compattezza , che contiene dentro sè una miriade di tesori , di cui gli splendidi fossili sono esempio di inestimabile valore .

Formatisi in buona parte in ambiente oceanico , i fossili ritrovati sulle Grigne , rivestono elevatissimo valore paleontologico : già a metà Ottocento ricercatori provenienti da tutto il mondo si sono dilettati nello studio di queste incredibili testimonianze del passato . fra di essi grande merito va all’abate Antonio Stoppani che con ” Les Petrifications d’Esino – Description des fossiles appartenant au depot Triasique superieur des environs d’Esino en Lombardie ( 1858-60 )  ” se ne è occupato , lasciandoci alcune fra le pagine più importanti in questo ambito .

Diverse sono le formazioni geologiche presenti che contengono livelli fossiliferi : oltre al Calcare di Esino , si ricorda la ricca fauna di ammoniti presente nel Calcare di Prezzo , i fossili di lamellibranchi nella formazione di Gorno e , non meno importanti , i ritrovamenti relativi ad alcuni esemplari di rettili marini fra cui l’incredibile ” lariosauro ”  ( Lariosaurus balsami ) nei calcari neri di Varenna e Perledo .

Si tratta di un rettile acquatico appartenente alla famiglia Nothosauridae , che presumibilmente viveva nella fascia costiera in acque poco profonde , pur avendo rapporti con la terraferma , sulla quale si spostava con molta probabilità , scivolando alla stregua degli attuali leoni marini.

Parte dei tesori rinvenuti sulle Grigne sono ora esposti nel Museo di Esino Lario.

Gli appassionati e i più esperti avranno dunque di che saziarsi alla ricerca del dettaglio , mentre , alla portata di tutti resta lo splendore delle pareti che si innalzano maestose a formare guglie , pinnacoli , cavità e grotte..

Parlando delle Grigne , non si può inoltre non citare il ” carsismo ”  , fenomeno estremamente suggestivo che dà origine ad un paesaggio misterioso , tutto da scoprire , formato da depressioni , cavità sotterranee , grotte ..

Di particolare rilievo in questo senso , la conca del Moncodeno nasconde un elevatissimo numero di antri e buchi , tra i più importanti a livello nazionale : l’abisso denominato ” Viva le donne ” , che raggiunge ben 1155 m di profondità , l’abisso Capitano Paff ( – 785 m ) , l’abisso dei Marron glacees ( -557 m ) o la storica ghiacciaia del Moncodeno  ( o Giazzera del Moncoden , ove , increduli , si possono osservare perenni stalagmiti di ghiaccio ) , citata già da Leonardo da Vinci , sono alcune delle meraviglie conservate fra le valli del Parco.

A completare ciò , i tipici fenomeni e le forme morfologiche carsiche , quali i ” campi solcati ” , le ” scannellature ” , i ” solchi a doccia ” , le ” vaschette di corrosione ” , i ” fori ” e i ” crepacci carsici “, le ” doline ” .

La prossima volta vi parlerò dell’ ambiente naturale…